Trama:
Tre date a confronto: 1961, 1972, 2000. La regista mette in mostra lo sviluppo della società nei confronti dell'omosessualità in tre epoche differenti.
Recensione:
Women è sicuramente una pellicola che non ha mai visto il grande schermo. Andando a fare una bella ricerca su google, difficilmente si scoveranno informazioni a riguardo.
Perchè? E' un film prettamente omosessuale, ma proprio perchè tale, andrebbe visto e
valorizzato, specialmente perchè la regista (Anne Heche) non si limita a mostrarne il manifesto, ma anche a colpire la mente di chi guarda con problematiche importanti che
andrebbero affrontate.
Andiamo con ordine, 1961. Una coppia di anziane, dopo aver visto un film al cinema, torna a
casa. Significativa un'immagine iniziale: le due camminano due metri distanti, mentre attraversano un cartellone pubblicitario in cui figura una coppia che si bacia.
Causa incidente domestico, una delle due muore. E' la parte più drammatica e triste di tutto il film: oltre la disgrazia del lutto, la donna si troverà a dover affrontare continui schiaffi alla sua persona. Colpisce temi odierni: la mancanza di una legislazione
che preveda un adeguato riconoscimento alle coppie non sposate - manco a dirlo, ultimamente
non si parla che di dico - che porti il compagno ad avere gli stessi diritti di due coniugi in ospedale o per la pratica dell'eredità .
1972, percorso dal movimento femminista. Lo scenario cambia radicalmente rispetto a nove
anni prima; tre ragazze, forti dei loro ideali, non si fanno scrupoli ad accettare la propria identità e anzi la mostrano orgogliosamente.
Tuttavia dovranno affrontare l'emarginazione del college per essersi dichiarate
omosessuali. Una delle ragazze, inoltre, conosce una donna con un abbigliamento fortemente
maschile. Inizialmente, pur essendo attratta da lei, ciò le provoca fastidio. Sì, ma perchè? Il suo essere maschile stride con il movimento femminista o con l'immediato riconoscimento collettivo dei suoi orientamenti che la sua compagnia comporta?
La regista mostra il cinismo all'interno del gay world stesso, dove l'ironia pungente
colpisce chi, nell'essere se stesso, ha atteggiamenti o apparenze dell'altro sesso.
Un'ironia nata, forse, dalla gelosia verso chi non ha remore nel mostrarsi per come è tale.
Anno 2000. Giorni nostri, altro mondo. Una coppia vorrebbe un bambino e decide per la procreazione assistita attraverso la donazione di sperma anonima, perchè sa che la
richiesta di adozione, per una coppia gay, non andrebbe a buon fine.
Al di là di queste sottili polemiche, durante un dialogo la coppia si chiede ciò che la mentalità odierna si domanda: una coppia omosessuale può avere un figlio? Se no, ciò che è fortemente distruttivo per il bambino è l'avere due madri - o due padri - o la società che, non pronta ad accogliere un simile prototipo di famiglia, glielo farebbe pesare?
Sono presenti anche scene hard ma senza esagerazione, a testimonianza dell'obiettivo della
regista, ossia far riflettere. Tentativo riuscito grazie alle numerose chiavi di lettura
che ci propone. Da vedere!