Trama:
Randy "the Ram" Robinson � stato un grande del wrestler negli anni ottanta. Adesso vive del ricordo della sua vecchia gloria combattendo di tanto in tanto, e vendendo video dei sui passati incontri. Ma quando viene colpito da un infarto dopo un incontro, e i medici gli sconsigliano di continuare a combattere, cercher� di rimettere insieme la sua vita e trovare un motivo per viverla che non sia il suo passato di lottatore.
Recensione:
Mickey Rourke ha avuto un passato da attore glam negli anni ottanta, che in parte sberleffa mostrando con orgoglio la faccia, i cui famosi e fascinosi connotati sono stati cambiati dal suo altro passato di pugile. Aronofsky ha alle spalle un p� di bei film, un capolavoro e un fiasco che gli valse l'ilarit� dei critici a Venezia. Insieme raccontano del sogno americano, che spesso diviene un incubo. Se l'America di Rocky era per i vincenti, questa rappresentata in The Wrestler � per chi non solo si svegla e scopre che il sogno americano �, per l'appunto solo un sogno, ma non ha nessun desiderio di continuare ad illudersi di avere un motivo per sognare.
L'uso della camera a mano per tutta la prima parte del film, ci comunica subito che siamo di fronte all'intenzione di raccontare una persona, e non la metafisica visionaria di un racconto fine a s� stesso. Il volto di Rourke, celato all'inizio e svelato per gradi, racconta invece una volont� di esistere, oltre che sfuggire al concetto di apparenza. Privato della possibilit� di continuare a lottare, il suo Randy � straordinariamente tenace nella ricerca di un ruolo che non sia il reiterarsi di un passato. Cerca un lavoro, che si fa piacere per forza e in cui ricrea almeno l'illusione di un pubblico. Cerca poi una compagna nella disillusa spogliarellista, che un poco lo ama, e un altro po' lo sfugge per paura. Cerca infine la possibilit� di esser ricordato, tentando la ricostruzione di un rapporto inesistente, con una figlia che non � mai stata sua. E mentre vive la speranza di una vita possibile al di fuori dell'illusione del sogno, si scopre assai pi� ferito dalla vita stessa che dal ring.
L'ambiente � quello triste degli incontri semiprofessionistici, la gente � dura, disillusa ma continua a lottare. E il sangue che scorre dalla ferite inferte sul ring � di quello autentico, potrebbe esser stato spillato fuori dalla vita stessa, che non � stata clemente con nessuno degli attori di questo dramma.
L'America della guerra immotivata in Iraq si sveglia una mattina e scopre che non si pu� continuare a lottare, usando magari come arma le protesi cui ci ha costretto la guerra stessa. Non si pu� semplicemente perch� siamo umani. E se qualcuno ha raccontato al mondo che gli americani sono dei cyborg che "spiezzano in due" l'avversario, � solo perch� allora era bello pensare di potersela cavare semplicemente facendo paura ai cattivi.
Il desiderio di insinuare una visionariet� fa capolino di tanto in tanto nei dialoghi, il casuale e incongruente riferimento alla passione di Cristo, citata da una Maddalena che peccatrice forse lo � stata, ma sta cercando seriamente di redimersi, spinge lo spettatore a chiedersi su quale altare sar� alla fine immolato il protagonista di questo dramma del ricordo.
Ed � appunto su questa domanda inevasa che lo spettatore si intrattiene oziosamente nei pochi momenti in cui ci sembra che Randy possa farcela. Ma se da un lato sappiamo che non � possibile una vita al di fuori dei sogni, quello che ci confermer� la visione di questo film � che la realt� per quanto dura, � comunque preferibile alle illusioni di passati splendori e di impossibili resurrezioni.
Rourke � semplicemente perfetto, un lottatore nato, in parte attore del dramma e in parte s� stesso.
Ed � con compiaciuta passione che vediamo Aronofsky tener dietro al suo protagonista, segno e simbolo dell'America che vuole cadere in battaglia, e non accetta il fatto che il suo passato splendore possa esser superato dalle miserie attuali.