Black House

Black House
Titolo originale: Geomeun Jib
Produzione: Corea del Sud
Durata: 104
Genere:
Regia: Shin Tae-Ra
Uscita: 2007-08-07
Attori principali: Hwang Jeong-min, Yu Seon, Gang Shin-il, Kim Seo-hyeong
Scheda di Opinioni
Vota il film:

- Voto: 10.0/10 (1 voto)

Commenti


Commenta il film!

Trama:
L'investigatore Jeon Jun Oh viene inviato per conto dell'agenzia di assicurazioni cui presta la sua opera a casa di un cliente, che ha espressamente chiesto di lui. Appena arrivato scopre che il bambino di sette anni, figlio dei padroni di casa, si � appena suicidato. Il padre del ragazzo, Park Chung Bae chiede prontamente il pagamento dell'assicurazione che aveva stipulato sulla vita del figlio. La polizia chiude il caso, ma Jeon sospetta il padre di aver ucciso il proprio figlio e teme per la sorte della moglie, che cerca di avvertire. Sar� a mano a mano sempre pi� evidente che le cose non stanno affatto come sembra.
Recensione:
Basato su un racconto giapponese di Kishi Yusuke gi� trasposto nel 1999, questo film riserva pi� di una sorpresa. Intanto c'� da dire che si divide nettamente in due parti, fino quasi alla fine del primo tempo sembra un thriller, e la nostra principale preoccupazione � per la salute mentale dell'incauto investigatore, il quale sostiene contro il parere della polizia, il coinvolgimento del padre nella morte del bambino che egli stesso rinviene impiccato in camera sua. Ma dalla fine del primo tempo, fino a tutto il secondo le cose cambiano completamente e il drastico mutamento di prospettiva regala pi� di un sobbalzo, mentre la mattanza che vedremo nel primo dei molti finali, assume connotazioni pi� che splatter. La fragile Shin Yi Hwa, moglie taciturna e passiva, rivela un'energia insospettata nel corso della prima parte del racconto, dove facciamo la conoscenza pi� ravvicinata che un film pu� consentire, col concetto di psicopatia. Interessante variazione sul tema della malattia mentale, questo Black House � un buon esempio di riuscita combinazione tra recitazione onesta e una buona regia. Nessuno di questi elementi preso singolarmente rivela un capolavoro, ma l'insieme � pi� che soddisfacente, dal momento che la costruzione della tensione � talmente sottile da stupire per i sobbalzi che la sceneggiatura offre in pi� punti, senza che si sia minimamente avvertito prima ci� che stava per accadere. Il plot rappresenta la ventata di aria fresca di cui l'horror asiatico aveva bisogno da un p�, e l'innovazione consiste proprio nel raccontare le cose dal punto di vista di chi le intuisce e le scopre di volta in volta, contro ogni possibilit� reale di comprendere i retroscena che soli motivano l'azione di una mente assai malata, in una sorta di apologia della paranoia. In realt� tutto quello che si pu� capire della psicopatia � gi� nei primi fotogrammi, dove un padre che ha perso il figlio, chiede soldi per comprare i fiori, e la madre va a spargerne le ceneri senza una sola espressione sul volto bellissimo, ma vuoto che offre allo stupefatto protagonista. La parte splatter � convincente e se anche si tratta di materiale leggermente derivativo, poco importa dal momento che di registi eccelsi ce ne sono troppo pochi, ma se di accurati omaggiatori vogliamo parlare, magari ne troveremo qualcuno in pi�. La maschera impenetrabile che Jeong-min Hwangw sfoggia durante tutto il film � molto appropriata, se non per la parte del racconto in cui temiamo per la sua incipiente paranoia, di certo per quella in cui scopriamo con lui che le cose stanno assai peggio di come si sarebbe mai potuto sospettare. Un'incantevole quanto algida Yu Seon, gi� vista in The Wig, offre la pi� bella rappresentazione del gelo della mente dai tempi di Audition. La regia accompagna senza forzature i protagonisti e lo spettatore in questo viaggio ai confini della mente, e la fotografia cupa come si addice ad un dramma interiore, offre pi� di un momento in cui ci chiederemo cosa sta realmente accadendo, e quello che scopriremo non sempre ci piacer�. Il film alla fine � tutto qui, nella possibilit� a volte riuscita di incrociare la famosa crudelt� asiatica con plot pi� fruibili, richiesti da un pubblico che ancora non � pronto a guardare in faccia il nuovo che non solo avanza, ma ormai ci travolge con la sua assoluta mancanza di remore circa quello che si pu� o meno mostrare in un film.
Voto: 7
Anna Maria Pelella

Leggi i commenti Collabora con noi! Invia una recensione