Trama:
I figli di Ipswich, quattro ragazzi dotati di poteri magici discendenti di alcune famiglie accusate di stregoneria e perseguitate durate il diciasettesimo secolo vivono nell'odierno New England.
Khaleb, il piu' grande dei quattro, sta per compiere diciotto anni e il suo compleanno coincide con l'Ascensione, momento di massimo sviluppo dei suoi poteri di stregone.
Ma una forza malefica incombe e trama nell'ombra per distruggere gli appartenenti al gruppo mirando ad acquisirne i poteri.
Recensione:
Molte volte i prodotti horror vengono preventivamente epurati o peggio ancora maldestramente tagliati dalle case
produttrici per il timore di perdere fette ingenti di pubblico.
Ma non � questo il caso, perch� in The covenant di horror non c'� proprio nulla.
Questo film sembra piu' un fantasy senz'anima. Sara' colpa della fotografia da videoclip o forse degli attori che sembrano
usciti da una puntata di O.C..
Renny Harlin (Cliffhanger,Driven) regista esperto di action-movie, e qui l'azione abbonda, aveva gia' avuto modo di
confrontarsi con l'horror dirigendo il pessimo L'esorcista: la genesi.
La sua poca dimistichezza con il genere si vede e molto, per colmare evidenti lacune narrative infarcisce il soggetto, che
ha indubbiamente il suo fascino, di copiosi e alquanto inutili effetti speciali e duelli tra stregoni che sembrano provenire
dai manga giapponesi e dalle serie tv di ultima generazione (vedi il duello finale stile Dragonball).
La stregoneria e' un capisaldo del genere horror, rivisitata innumerevoli volte in svariate salse da serie tv come Streghe
passando per la trilogia delle tre madri di Dario Argento fino alla serie cult Warlock.
La novita' in questo caso � l'aggiunta dell'ambientazione da college e del fascinoso New England.
Ma tutto cio' non basta, la sceneggiatura contiene troppe scene inverosimili,anche per un horror (vedi il frontale tra bmw
e tir stile videogame) e l'uso esagerato da film made in Hong Kong di cavi e imbracature.
La pecca di The covenant quindi non � tanto il lato tecnico (ottimo), n� quello recitativo (appena sufficiente), ma la
piattezza di un prodotto piu' televisivo che cinematografico, con tutte le conseguenze del caso.
Un pasticcio un po' insipido, n� horror n� thriller, un peccato perch� il tema della stregoneria moderna era molto accattivante.