La citt? proibita: trama e recensione

La citt? proibita
Titolo originale: Curse of the golden flower
Produzione: Hong Kong, Cina
Durata: 114
Genere: Drammatico/Romantico/Azione
Regia: Yimou Zhang
Uscita: 2007-05-25
Attori principali: Chow Yun Fatt, Gong Li, Jay Chou, Ye Liu, Qin Junjie, Man Li, Dahong Ni
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- Voto: 7.0/10 (3 voti)

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Trama:
Cina, tarda dinastia Tang, decimo secolo. Alla vigilia delle festivit? del Chong Yang, dei fiori dorati riempiono il palazzo imperiale. L'imperatore ritorna inaspettatamente a casa assieme al suo secondogenito, il principe Jai. La ragione ufficiale ? quella di celebrare le festivit? con la sua famiglia, ma considerando i rapporti freddi che intercorrono tra lui e la sofferente imperatrice questa sembra soltanto una scusa?
Recensione:
"La citt? proibita", in originale un pi? attinente Curse of the golden flower, costituisce l'ultimo tassello, per ora, della trilogia wuxia di Zhang Ymou, dopo i bellissimi Hero e House of flying daggers. Il film ? ambientato nella Cina del X secolo, all'epoca della dinastia Tang. Alla corte dell' Imperatore Ting la vita quotidiana ? scandita da un'implacabile rete di rituali ma, sotto la superficie, le cose sono ben diverse da come appaiono: l'inflessibile Ting cerca di avvelenare lentamente l'Imperatrice Phoenix che a sua volta, con l'aiuto del Principe Wan, trama per rovesciarlo durante la tradizionale festa del Chong Yang, la festa dei crisantemi, che ricorda e celebra gli antenati. A questo si aggiungano due sottotrame, una che riguarda il medico di corte e il passato di Ting, l'altra la relazione semi incestuosa di Phoenix con Wan, figlio di primo letto dell'Imperatore, e non ci vuole molto ad intuire che l'intreccio si scioglier? nel sangue. Questa volta Zhang condisce il tutto in salsa shakespeariana, un po' come accadeva nel coevo The Banquet di Xiaogang Fen, e gli ori sfolgoranti e barocchi del suo allestimento grondano veleni e tradimenti, complotti ed incesti. Tanto sfarzo rischia per? di appesantire e quasi di soffocare il film, costretto in un set prevaricante che ne ? protagonista quasi al pari degli interpreti, nonostante una magnifica ed intensa Gong Li ed un monumentale Chow Yun Fat, ormai un'icona pi? che un semplice attore. Ottima anche la prova di Jay Chou, in patria una pop star, nella parte di Jay, secondo figlio dell'Imperatore, lacerato tra la fedelt? al padre e la preoccupazione per lo stato di salute della madre. La disgregazione della famiglia imperiale si consuma in un accecante delirio cromatico ( gli opulenti costumi di Yee Chung Man sono stati candidati agli Oscar 2007 ), mentre l'impianto ? marcatamente teatrale e quasi claustrofobico. Le scene di azione, che nei film precedenti raggiungevano la pura astrazione senza per questo diventare sterile calligrafia, purtroppo soccombono al massiccio utilizzo della computer grafica, come nella scena del tentato colpo di stato, e perdono fluidit? e dinamismo acquistando invece una greve opacit?. Bisogna considerare che "La citt? proibita" ? una delle pi? dispendiose produzioni cinesi degli ultimi anni e forse ? proprio la necessit? di dover confezionare un prodotto di esportazione ad aver in qualche modo imbrigliato la regia, limitandone le potenzialit? creative. Fatte salve queste riserve, resta comunque un validissimo tentativo di rivitalizzare un genere, appunto il wuxia ( che si potrebbe all'incirca tradurre come "storie di cavalieri" ), ibridandolo con elementi appartenenti alla tradizione culturale occidentale, come il teatro elisabettiano. Zhang Ymou ? stato molto criticato nel suo paese per essere diventato un regista "ufficiale". Lo si accusa di essersi dedicato ad un genere ritenuto d'evasione, dopo anni in cui i suoi film, considerati scomodi, venivano osteggiati dal governo cinese, ma la cosa non ? del tutto vera, considerato che il suo penultimo film di ambientazione rurale, Mille miglia lontano, torna a parlarci della Cina contemporanea. La questione resta aperta e, comunque sia, si tratta di uno dei maestri del panorama cinematografico attuale i cui lavori sono in ogni caso meritevoli di essere visti e goduti.
Voto: 7,5
Nicola Picchi

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