Beautiful

Beautiful
Titolo originale: Arumdabda
Produzione: Corea del Nord
Durata: 88
Genere: Drammatico
Regia: Juhn Jaihong
Uscita: 2008-04-20
Attori principali: Myeong-soo Choi, Min-soo Kim, Cheon-hee Lee, Cha Soo-yeon, Lee Min, Bae Yong-geon, Jo Seok-hyeon, Lee Chang-my
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- Voto: 6.5/10 (4 voti)

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Trama:
Eun-yeong � una ragazza la cui bellezza suscita l'ossessione nelle persone che incontra. Ha una sola amica, la quale la abbandoner� appena scoperto che il suo fidanzato la corteggia di nascosto. Un giorno Seong-min entra in casa sua e, esasperato dal suo rifiuto, la violenta. Da quel momento in poi la ragazza svilupper� una psicosi. Dapprima cercher� di rendersi grassa per sfuggire allo sguardo degli altri, poi diverr� anoressica, in rifiuto del proprio corpo e infine svilupper� una paranoia che le far� vedere ovunque il suo assalitore.
Recensione:
Continua la passione di Kim Ki-duk per il lato oscuro dell'universo femminile. In questo caso autore del soggetto e produttore, Kim Ki-duk ci offre una generosa visuale sulle sue ossessioni al femminile, gi� abbondantemente esplorate nei precedenti Time e Breath. Vincitore del Grand Prix al Fukuoka Asian Film Festival di quest'anno e selezionato per Berlino, questo Beautiful racconta dell'altra faccia della societ� dell'immagine, dove la bellezza pu� uccidere anche chi ce l'ha e non solo chi la insegue attraverso le diete e la chirurgia estetica. Eun-yeong � un'ideale prosecuzione delle protagoniste del maestro, il quale affida il suo racconto originale all'allievo Juhn Jaihong, che lo ha assistito alla regia dei suoi ultimi due film. Non � per� solo di bellezza che si parla alla fine in questo film, ma piuttosto di follia. Il risultato ultimo delle ossessioni di chi guarda e decide di voler possedere la bellezza � quello di generare altre ossessioni, ancor pi� letali di quelle che le avevano scatenate. Eun-yeong � circondata da gente che dice di amarla, ma che non la conosce neanche. Gente che la vuole proteggere, ma non si sa da chi, se non dalle stesse persone che dichiarano il loro amore ad un involucro giudicato vuoto in primo luogo da chi la vuole possedere. La follia di una societ� che elegge la bellezza ad archetipo e distrugge chi la possiede, attraverso il desiderio stesso degli altri di appropriarsene, aleggia in tutto il film. E solo la risposta folle di Eun-yeong sembra chiudere il cerchio, in una spirale di incomunicabilit�; tema questo assai caro al maestro, ma affrontato solo in parte dall'allievo. Ed � forse questo il solo punto debole di un lavoro i cui presupposti sono in verit� assai interessanti. Sia pure ispirata all'estetica di Kim Ki-duk, la rappresentazione appare alla fine leggermente di superficie. Il tutto non riesce ad andare oltre lo stereotipo, dalla zuffa tra i soccorritori per chi deve portare all'ospedale la povera Eun-yeong, fino al sotto finale che per la verit� rappresenta una caduta di tono non da poco. Peccato perch� l'interpretazione di Cha Soo-yeon eleva il tono della rappresentazione con le sole espressioni di dolore su un volto bello in verit�, ma molto pi� interessante quando diviene preda della follia. Purtroppo non si riesce neanche per un momento a smettere di chiedersi come sarebbe stato il tutto se a girare fosse stato il maestro. Dal momento che la poetica di una fuga dalla vita, raccontata in altri casi con una maestria senza pari, qui sembra sempre soltanto sfiorata. Non � mai stata la bellezza il vero tema delle ossessioni di Kim Ki-duk, ma curiosamente Juhn Jaihong non sembra cogliere fino in fondo il suo messaggio. Non pu� non essere evidenziata tutta la critica ad una societ� che inventa sempre nuovi modi per colonizzare il pensiero e definire lo stile di una persona, a partire dall'estetica per finire alle ossessioni alimentari, vero problema di ogni societ� capitalistica che si rispetti. Kim Ki-duk ha scritto una storia che parla di quello che succede a chi non riesce a stare al passo con le regole della societ� in cui vive. Ma noi disgraziatamente vedremo solo quello che succede ad una donna che non riesce a superare un violenza inflittole solo perch� al di sopra dei canoni di una normalita riconosciuta da tutti.
Voto: 5,5
Anna Maria Pelella

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