300 Speciale: trama e recensione

Recensione:
Gallery con le foto del film Dopo "Troy" e il "Gladiatore", ecco alla ribalta il clich� gi� ampiamente sfruttato della ripresa storiografica di un evento. 300 narra la fantomatica storia di un esercito di spartani che, in rapporto di centomila ad uno, sfidarono, capeggiati da Leonida, contro il re persiano Serse, combattendo fino alla morte nella battaglia delle Termopili. Il film � tratto da un fumetto grafico di Frank Miller (Sin City) progettato dalle mani di Zack Snyder. Il cast non � famosissimo: Gerard Butler (Timeline), Lena Headey (il nascondiglio del diavolo) e via discorrendo. Com?� tipico dei film hollywoodiani del nuovo millennio, gli effetti speciali fanno da padrone nella pellicola: l'unica differenza � l'utilizzo massiccio dei medesimi dovuto all?obiettivo del regista, seguire la linea del fumetto. Pertanto, non vi � la semplice narrazione di un evento storico con un cast famoso e strapagato in grado di far risaltare la qualit� della pellicola; non � " semplicemente" un film, come potevano essere Troy o il Gladiatore. Vi � la precisa volont� di seguire l'irreale fantastico del fumetto di Miller, gi� famoso peraltro con il suo Sin City. Tre set a disposizione per la realizzazione del film, si direbbe troppo pochi per un film epocale: il trucco esiste, e si chiama bluescreen. Esso consiste nel far recitare gli attori in uno schermo blu, poi sostituito dal tocco dell'artista digitale che crea posti e luoghi immaginati. Se sui set si sono risparmiati, non appare la stessa cosa anche per quanto riguarda le case produttrici specializzate in effetti speciali, ben dieci e sparse in tutto il globo, aventi come centro nevralgico la mente del regista. Il risultato di un lavoro parallelo ma pur sempre frutto di mani diverse � lo stile delle quattro battaglie, che appaiono differire nello stile ma con un punto in comune: la scarsa verosimiglianza voluta dai registi. Costato 50 milioni di euro e avendo gi� sbancato i botteghini con l'imponente pubblicit�, rimane da chiedersi se non sia l'ennesimo flop strumentalizzato per far esaurire i biglietti o un film realmente significativo.